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Onderstaand artikel is gepubliceerd op/published on: www.daddo.it, 20-5-2004


Un altro Mondiale è possibile!

L’India ed il Pakistan sono i produttori principali di articoli sportivi per i campionati di Calcio. Migliaia di Bambini in Pakistan ed India sono sfruttati nella produzione di palloni.

A pochi mesi dall’inizio dei Campionati Mondiali di calcio in Giappone e Korea, attivisti di tutto il mondo stanno facendo una pressione continua e crescente sulla FIFA e sulle squadre nazionali di calcio perché questi Mondiali diventino il primo evento sportivo internazionale veramente libero dallo sfruttamento del lavoro minorile e rispettoso di standard lavorativi adeguati. Quest’azione internazionale viene lanciata dalla Global March against Child Labour, di cui Mani Tese è il coordinatore europeo. La Global March è la più vasta campagna internazionale mai lanciata contro lo sfruttamento del lavoro minorile e per chiedere istruzione gratuita e di qualità per tutti i bambini del mondo, come arma fondamentale per combatterne lo sfruttamento.

L’India ed il Pakistan sono i produttori principali di articoli sportivi per i campionati di Calcio: secondo un recente studio condotto dall’associazione India Committee of the Netherlands - parte della Campagna - e la All Pakistan Federation of Labour (APFL), migliaia di Bambini in Pakistan ed India sono sfruttati nella produzione di palloni.

Inoltre, i lavoratori in entrambi i Paesi percepiscono dei salari molto al di sotto del minimo stabilito per legge ed i loro diritti fondamentali quali lavoratori vengono costantemente violati.

Recentemente, una missione organizzata dalla Global March a Jalandahar - nello stato indiano del Punjab - ha potuto verificare e raccogliere testimonianze sull’impiego di minori per la produzione di articoli sportivi collegati ai mondiali di calcio, trovando bambini di meno di 10 anni a cucire palloni in pessime condizioni.

La gran parte di questi bambini è costretta a lavorare per aiutare le famiglie a sopravvivere. Così la cucitura dei palloni viene effettuata a domicilio e un intermediario, che agisce per le ditte produttrici di palloni, fornisce i materiali per la confezione dei palloni, appunto a domicilio. Il guadagno giornaliero di questi bambini è di circa 500 Lire.

Mentre aiutano le famiglie, i bambini perdono le opportunità educative essenziali, creando un circolo vizioso di povertà ed analfabetismo.

Nel 1998 la FIFA ha adottato un codice di condotta per proibire lo sfruttamento del lavoro minorile e per richiedere condizioni lavorative adeguate per i lavoratori adulti coinvolti nella fabbricazione di tutti i prodotti a marchio FIFA. Tuttavia, i fatti evidenziano che ci sono continue violazioni del codice di condotta da parte dei produttori degli articoli sportivi.

In risposta alle pressanti richieste di chiarimenti che la Global March ha inviato alla FIFA nello scorso mese di maggio, Michel Zen Ruffinen - Segretario Generale della FIFA - in una lettera ufficiale datata 7 dicembre 2001, ha dichiarato che "non è corretto dire che non ci sono sistemi di monitoraggio, benché la FIFA abbia iniziato delle consultazioni nelle ultime settimane con i propri partner, al fine di migliorare questi aspetti della produzione. Ruffinen ha anche dichiarato che tutti i palloni ed i prodotti collegati vengono fabbricati in piena conformità con gli attuali standard lavorativi.

La Global March riconosce gli sforzi fatti dai produttori di articoli sportivi e dal programma IPEC dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro a Sialkot, in Pakistan, che stabilisce un sistema di monitoraggio per la produzione di palloni e fornisce opportunità educative ai bambini.

Tuttavia, secondo Gerard Oonk - dell’India Committee of the Netherlands, uno degli ideatori della Campagna World Cup/Global March - in India esiste sì un sistema di monitoraggio delle imprese, ma manca di trasparenza e non ci sono informazioni pubbliche sul suo funzionamento e sui risultati. Inoltre, in altri Paesi dove si producono palloni ed articoli sportivi, come in Cina, non esiste un sistema di monitoraggio credibile. Dunque sfruttamento del lavoro minorile e mancanza di rispetto dei diritti dei lavoratori facilmente si verificano.

Insomma, nessuno degli attuali sistemi di monitoraggio permette un’effettiva applicazione degli standard lavorativi almeno per i lavoratori adulti, soprattutto il diritto a un salario minimo.

I dati raccolti da Gerard Oonk per la Campagna World Cup sono raccolti nello studio "The Dark side of Football - Child and adult labour in the Indian football industry and the role of FIFA".

Per celebrare l’Anniversario della partenza della Global March, la Campagna viene oggi lanciata in tutto il mondo. Tra le varie iniziative, in Sud Africa famosi calciatori parteciperanno amnifestazioni con ex bambini lavoratori, mentre in Giappone, sede dei Mondiali, si terranno incontri pubblici per fare pressione sul Comitato Preparatorio per i Mondiali affinché lo sfruttamento del lavoro minorile venga veramente tenuto "fuori dal gioco". Diamo un calcio allo sfruttamento dei bambini!


"La faccia scura del pallone - Lavoro di bambini e adulti nella produzione dei palloni indiana e il ruolo della FIFA"

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Landelijke India Werkgroep - 30 mei 2005